ALLE ORIGINI DELLA FORMA

Alle origini della forma: la scoperta dell’ignoto

 

Nel silenzio i grandi tronchi dipinti d’azzurro evocano riti lontani nel tempo insieme a
piramidi in metallo spaccate da una fessura centrale, pannelli lignei dalle inquietanti combustioni,
sculture ed installazioni che agiscono in sintonia con la realtà contemporanea
ma aderiscono anche alle oscure pulsioni della storia. Forme nette nello spazio, geometrie
staccate dalla materia grezza, presenze totemiche che evocano antiche civiltà: e poi,
inatteso, un soffio di vita primordiale, un respiro nascosto che anima le cose, un riflesso
nel metallo, la bruciatura improvvisa nel legno, l’essenza tutta spirituale di una materia
resa viva dall’arte. Il percorso di Paolo Pompei è segnato da una graduale scoperta dei
meandri celati dall’epitelio sensibile, luoghi ignoti che apparentemente ci sono estranei,
ma nascono invece dentro di noi. Il succo della ricerca si ricava dall’esplorazione che
l’autore attua nelle pieghe della natura e dell’esistenza, un’entrospezione affascinante per
far emergere schegge di verità nascosta. Compare spesso un taglio lacerante sulla patina
levigata, un innesto violento che separa l’unità compositiva; oppure affiora dal legno
un’estesa combustione che scioglie tutto, trapassa la forma , si coagula e si distende come
un magma incandescente, pare raggrumarsi ma poi si libera nell’aria, come un respiro
sottile. Davanti a noi nel caso o nell’altro un’anima che pulsa, una dimensione aururale
che trasfigura sensazioni primarie. Le sculture di Paolo Pompei sono presenze parlanti e
possiedono un carattere evocativo anche quando assumono plasticamente un nerbo vitalistico
– suggestivi i ferri antropomorfi con scudi , i grandi globi dalle zolle tettoniche, i colorati
pannelli in raku- nel senso che l’autore ci mette in comunicazione col profondo, con
l’ossatura dell’immagine sia essa crepa, scanalatura, accartocciamento, magica fessura.
Paolo Pompei si fa interprete di questa duplice lettura interno esterno, passato presente,
geometria natura. Tra una dimensione e l’altra il passaggio è affascinante perchè è una
scoperta del mondo attraverso la materia: lo scultore ne varca i confini per rivelarne le
risonanze ignote.

di Gabriella Niero
Critico d’Arte

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